Mi aveva colpito quella scarpa. Non entrambe le scarpe che indossava quella tipa sull’autobus, ma soltanto una. E non ricordo neanche se fosse la destra o la sinistra. La sinistra, forse. Una scarpa “sinistra”. Sarà stata la posizione del piede, quel modo elegante e seducente di poggiarlo sulla punta, forse un riflesso particolare o una macchia leggera. Stavo risalendo con lo sguardo. Caviglia, polpaccio, ginocchio, fianco e…una folata di vento mi fece volar via i fogli che avevo poggiato sulle gambe. Ma possibile che il vento soffiasse in un autobus? C’era un finestrino aperto? E chi se lo ricorda! E possibile che io, sempre fissato con occhi sguardi forme del viso e capelli, cominciassi a guardare una persona dal suo piede? Avrei capito che quel giorno, con quella persona, su quell’autobus, doveva essere possibile. Doveva essere e basta. Soprattutto quel vento. E quel maledetto piede.
di Francesco Girolamo
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