martedì 11 gennaio 2011

La pentima

Stamane è una bella giornata, posso uscire per la solita camminata. Dopo 1 ora di camminata sono un po’ affaticata c’è abbastanza vento, arrivo alla pentima,  mi appoggio alla ringhiera e chiudo gli occhi, sento l’odore intenso del mare che penetra nelle narici, il rumore del mare che sbatte contro gli scogli e frangiflutti, apro gli occhi la cosa che mi colpisce subito è il colore del mare all’orizzonte di un blu intenso spezzato da piccole onde bianche, all’orizzonte sembra che delle nuvole di un tenue bianco escano dal mare, come a non voler rovinare quell’incanto si alzano verso il cielo, invece l’acqua vicino agli scogli è trasparente,  si vede il fondale, che meraviglia. Nel mare ci sono dei gozzi,  intravedo persone intente a pescare, alcuni  pescherecci fanno ritorno a riva  sono seguiti da uno sciame di gabbiani, oh! i gabbiani, mi ritorna alla mente  la lettura di un libro fatta a mia figlia quando era piccola  “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” è un romanzo di Luis SepúlvedaAndiamo avanti, la pentima è un posto suggestivo una terrazza sul mare, molto amato e frequentato, anche da turisti stranieri, oggi sono presenti, mi dispiace che sia imbrattata da scritte di ogni genere, il verde delle aiuole è alquanto trascurato, tanto per dire c’è il solito signore che fregandosene lascia il suo cane  scacazzare e fare pipì ovunque, fregandosene di pulire, mi chiedo, questo è il rispetto delle cose di tutti?
Sulla sinistra la suggestiva caletta sabbiosa, seguita dalla cinta muraria che cinge il centro storico della cittadina, le case dal bianco candido spiccano riflesse dal sole, il campanile della cattedrale erge maestoso,  sembra ricordare ai monopolitani  la casa della loro protettrice la madonna della madia.
Sono stanca, rientro a casa.

Rosaria Caria

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