Sono arrivata tardi ed ho parcheggiato la mia Panda dal lato della porta vecchia: a sinistra la spiaggia, di fronte a me la passeggiata illuminata della Pentima Spaccata.
Non scendo: 1 perché ho freddo oltre che fame; 2 mi sento un po’ sfigata a passeggiare da sola in un posto che un tempo ritenevo molto romantico.
Da qui prevale il bianco dei marmi ed il nero delle ringhiere e dei lampioni a cui hanno rubato tutte le sfere di vetro; per fortuna hanno risparmiato le lampadine.
Sullo sfondo il cielo buio.
Apro il finestrino e sento sotto di me il rumore del mare che è calmo, come ormai da diversi giorni.
Immagino di percorrere il viale davanti a me: credo di conoscerlo alla perfezione, nonostante le modifiche che ha subito nel tempo.
In genere percorrevamo una parte del viale con il mio Zip rosso fiammante, e ci fermavamo immediatamente a destra. C’ era una sorta di piattaforma su cui ci sedevamo a fumare dopo aver mangiato i panzerottini fritti del panificio dello Studente e bevuto Estatè al limone.
A quei tempi alla mia sinistra c’ era un ponte di legno montato sugli scogli che appena riaffiorano. Era suggestivo, ma una mareggiata lo ha distrutto forse 15 anni fa. Il progettista avrebbe dovuto prevederne il rischio.
E sempre a sinistra è rimasta intatta (forse solo un po’ corrosa dal tempo, dalla salsedine e dai teppisti) una scalinata a forma di U asimmetrica. Sarà alta in tutto 1 metro e se ti siedi in sommità puoi guardare il mare e ammirare una parte delle mura del paese vecchio. È una vera meraviglia!
Che fortuna abitare in una città così bella!
Se continui a passeggiare non puoi non notare un edificio sulla destra: è una scuola ormai fatiscente.
Dall’ altro lato solo qualche panchina distrutta, gli scogli, il mare. Un tempo venivamo a fare il bagno, l’ acqua era limpidissima. Poi il divieto di balneazione. Ho sempre considerato la parte finale, quella verso la strada, poco interessante.
Metto in moto e torno a casa: la focaccia con i carciofi mi aspetta!
Cinzia
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