mercoledì 16 febbraio 2011

La felicità dorme


Sola con i propri pensieri in un auto, e il posto passeggeri è vuoto come la sua esistenza, Mia guarda fisso, immobile l’orizzonte, l’infinito e pensa alle mille favole raccontate da chi parla parla che sarebbero quelle persone che, fin da quel pomeriggio, li bombardavano di chiamate di cellulare e sms. Mia non è può più, si è stancata. Troppe persone che le chiedevano consigli, aiuti sui problemi di cuori, quando è lei ad avere bisogno, non solo. C’era chi le diceva quello che doveva dire, a volte con toni bruschi. Mia è stanca, non è poteva più. Per questo ha preso la macchina ed è andata sulla scogliera. Sola, in quel auto, Mia non è più la donna che era. Lo sguardo duro come una pietra, volto pallido con i capelli giallo inamidati con un ghigno cinico di chi si vuole vendicare di quei moralisti, persone con la coscienza sporca che l’hanno segnata.

Giuseppe

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